Il complesso monumentale

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è stata la dimora dei

Conti Valperga-Mazzè

per circa 800 anni

dai primi dell’XI sec. sino al 1840.

La casata ebbe momenti di splendore sino

al XV sec.

degnamente rappresentati da

Giorgio dei Conti Valperga-Mazzè

il quale, per i suoi meriti,

divenne generale e ciambellano

dell’Imperatore Sigismondo di Lussemburgo.

La singolare vita di

Giorgio di Valperga Conte di Mazzè,

snodatasi nei decenni posti a cavallo fra il XIV ed il XV secolo,

è illustrata in una pubblicazione edita qualche anni fa dalla Get di Chivasso

scritta dall’autore di questo testo.

Il libretto è rintracciabile nelle edicole di Mazzè e Tonengo.

Dopo il XV sec. il feudo seguì le sorti dei Savoia,

ma sempre in posizioni di secondo piano,

il momento magico dei

Conti del Canavese

era ormai passato.
Il castello, seguendo questa parabola,

nel XVI sec.

ebbe l’occasione di ospitare il re di Francia Francesco I,

ma ormai era ridotto ad un maniero di campagna,

senza più alcuna utilità militare se non quella di mantenere una piccola guarnigione sabauda.
Questo stato di cose durò sino all’acquisto del complesso da parte dei

Brunetta d’Usseaux,

antica famiglia di origine francese al servizio dei Savoia,

i quali lo riportarono a nuovo splendore.

Il restauro si concluse con

Eugenio Brunetta d’Usseaux

il quale,

finanziando grandi lavori,

sia nella parte più antica posta verso la Dora,

edificata nel 1317

sulle rovine di un castello preesistente,

sia nella casaforte posta a sera,

col tempo divenuta pertinenza agricola, diede al complesso l’aspetto attuale.

Sotto la direzione dell’arch. Giuseppe Velati-Bellini

presero forma

due manieri

di fattura squisitamente neo-gotica,

con un cortile ed un parco,

esteso sino al fiume,

degni di ammirazione.

Da vedere gli affreschi di stile quattrocentesco di Romolo Bernardi

dipinti nel portale d’onore,

nelle pareti dello scalone e nella sala del trono.

Notevoli gli intarsi eseguiti,

sempre nella sala del trono,

da

Carlo Arboletti

ed il camino in pietra costruito dai

fratelli Catella.

Degni di nota infine i soffitti della sala da musica

e nel salone gotico

eseguiti dal pittore Giovanni Beroggio.

Dopo la tragica morte di Eugenio Brunetta d’Usseaux,

primo e finora unico italiano segretario del Comitato Olimpico Internazionale,

i due castelli andarono preda di ogni sorta di ingiurie

e l’archivio del C.I.O., andò disperso.

Di quegli anni sono da ricordare le visite del Principe di Piemonte Umberto di Savoia

e di Benito Mussolini

durante l’esecuzione di manovre militari.

Con la proprietà,

passata nelle mani dell'on. Corrado Salino,

i due manieri vennero salvati dalla rovina,

grazie ad un cospicuo impegno economico rivolto a ripristinare i muri di sostegno verso il fiume

eseguendo anche altre opere di restauro divenute ormai improcastinabili.

Negli ultimi tempi è stato inserito nei sotterranei un interessante museo delle torture.

Il Castello è stato dichiarato alcuni anni fa,

Monumento Nazionale.

Ora Il complesso monumentale,

è di proprietà di un ricco imprenditore russo

ed è visitabile,

compatibilmente con la presenza in Italia dei Castellani,

il sabato e la domenica, oppure su appuntamento.

 

 

Per avere una conoscenza più approfondita della storia del Castello,

leggere il testo redatto in formato PDF