La chiesetta neogotica

La chiesa di S.Giuseppe

La casa della famiglia Del Grosso

La stele funeraria

La chiesa di S.Rocco

 


Dopo aver ammirato

il

bellissimo panorama

sulla forra della

Dora

e la

pianura vercellese

godibile dal

parco della Rimembranza

  (3/B)

si consiglia di discendere la

via Perino

passando accanto ad un’interessante

chiesetta

in

stile neogotico

(24/A)

contemporanea

al palazzo del quale fa parte.


Superato un ponticello

voltate a destra

verso il campo da tennis

(23/A)

posto poco oltre della cappella di

San Giuseppe

(14/A)

costruita nel

XVII secolo

a ricordo dell’antica

Porta del Chierro

che nel medioevo

immetteva i viandanti

nel

ricetto fortificato.

 

Percorrendo la strada

adiacente al

campo da tennis

potrete avere una visione d’insieme

assai interessante

sia del

complesso monumentale

delle ville ottocentesche

che dei relativi parchi.

 

Tornati alla

Via Perino

ammirate poco oltre la

cappella di San Giuseppe

la casa della famiglia Del Grosso

(15/A)

sita su di un piccolo poggio

a sinistra della strada,

raro esempio di

casa padronale del XVIII secolo

perfettamente conservata e restaurata.

Notevoli,

sia la parte civile

sia quell’agricola

gestita anticamente dal mezzadro.

 

Notevoli gli arredi interni,

la corte ed il porticato

emanante la nostalgia di altri tempi.

 

Percorrendo la

Via Perino

sino allo sbocco con la statale

si giunge alla pianura

dove gli antichi abitanti del ricetto

si sono insediati,

a partire dal XVII secolo,

alla ricerca di un modo di vivere più confortevole.

 

Da visitare assolutamente

in piazza della Repubblica,

l’originale della

stele funeraria

(19/A)

dell’età del ferro

rinvenuta

nel 1988

nel greto della Dora.

 

Il calco è esposto nel

Museo delle Antichità

di Torino.

L’imponenza di questo monolito

vale da solo una visita a

Mazzè:

 

esso è ricavato

da un unico blocco

di

gneiss

del peso di circa

2 tonnellate

 

alto

4,20 metri,

largo alla base

80 cm.

ed alla sommità

45 cm.

 

rappresentante lo sforzo

di tutta una

comunità preistorica

per dotarsi di un

simbolo del divino. 

 

Percorrendo la

lea (viale)

diretta verso il centro

s’incontrano i servizi offerti dal paese,

negozi, poste

(22/A)

 

ed infine la

Piazza della Repubblica,

opera d’impianto recente e di gusto,

a nostro avviso,

poco in sintonia con l’ambiente.

 

Su di un lato è stato costruito il

nuovo Municipio

(18/A)

di forme moderne,

 

circondato

da un nuovo quartiere residenziale

recentemente edificato.

 

Da visitare,

in una

bacheca

della

sala consiliare del Municipio

l’interessante ricomposizione di due

tombe romane ad incinerazione

databili al

II sec D.C.,

complete di arredi

ritrovate in

località San Pietro di Casale

nel 1987.


Percorsi un centinaio di metri,

dopo una strettoia,

il corso sfocia

in una

graziosa piazzetta

dove un tempo

era situata

la pesa pubblica

da qui si diramano

la strada verso

Tonengo,

e quella verso

Vische

mentre la statale verso

Caluso

prosegue,

dopo una leggera curva,

diritta.

 

Per tornare al punto di partenza,

imbocchiamo la

Via Vische

percorrendola sino alla

chiesetta di San Rocco

(17/A)

la quale colla sua

elegante facciata

ed il

bel campanile

danno un tocco di signorilità

alla parte moderna dell’abitato.

 

Questa chiesa,

eretta

nel XVII sec.

 

quale ringraziamento

per la fine dell’epidemia di peste

di manzoniana memoria

 

contiene nel suo interno

eleganti oggetti

d’arte religiosa popolare.

 

Da ammirare

una statua del santo

opera dello scultore ottocentesco

Gaspare Angero

e l’elegante bussola d’ingresso.

 

Le due

colonne in pietra

inserite in facciata

non hanno alcuna funzione statica

 

sono quanto resta

dei sostegni di

una

vigna

a pergolato

tesa un tempo sulla strada.

 

La toppia

(pergolato)

fu eliminata al principio del

XX sec.

per l’intralcio che arrecava al passaggio dei veicoli.

 

Lasciata la

chiesa di S.Rocco

svoltiamo per

Via Municipio

ed iniziamo

la salita

verso

l’antico ricetto

tra ville fine ottocento

e

case agresti.

 

Prima di arrivare al castello,

si avrà il tempo di

dimenticare quanto di moderno si è visto in pianura

ed arrivati al

vecchio ricetto

i più fortunati

forse potranno intravedere la

marchesina Virginia Basco

passeggiare tra le stradine

pensando ai suoi amori.