Eugenio Brunetta d'Usseaux

   

Il conte Eugenio Giulio Carlo Maria  Brunetta d’Usseaux nacque a Vercelli il 14 dicembre 1857.

Figlio del Conte Carlo Augusto Enrico, alto ufficiale dell'Esercito Piemontese di stanza in quella città.

Rampollo di una nobile famiglia originaria dell’Auvergne (Francia), si trasferisce in Piemonte nel XVII secolo per seguire la carriera delle armi al servizio dei Savoia.

La madre è la contessa Carolina Teresa Maria Mattone di Benevello, sposata in seconde nozze dal conte Carlo Augusto Brunetta d’Usseaux, alto ufficiale dell’esercito sardo di stanza a Vercelli.

Eugenio Brunetta d’Usseaux frequenta da ragazzo il Collegio dei nobili a Torino ed il 27 gennaio 1882 sposa a Nizza (Francia) Caterina di Zeyffart, figlia di Pyotr di Zeyffart, capitano degli Ussari dello Zar e di Yelena di Sinelnikov, figlia dell’ultimo Atamano dei liberi cosacchi del Dneper.

La moglie appartiene ad una famiglia ricchissima, proprietaria d’enormi tenute in Ucraina ed è forse, secondo alcune fonti, imparentata coi Romanov.

Dal felice matrimonio nascono il 19 gennaio 1883 Gustavo, il 3 marzo 1885 Sergio, il 18 Novembre 1888 Nadedja ed infine Lotario il 1 dicembre 1892.

Purtroppo, dopo quindici anni di felice unione, Caterina di Zeyffart muore a Torino il 17 maggio 1897.

Stanti le ingentissime fortune ereditate dalla moglie Eugenio Brunetta d’Usseaux riedifica, agli inizi del XX secolo, per abitarlo d’estate, il castello di Mazzè, conferendogli lo stile neo-gotico attuale.

Nelle altre stagioni il conte dimora con la famiglia a Parigi, nella bellissima casa sita al 52 dell’Evenue du Bois de Boulogne.

Il trasferimento della famiglia Brunetta a Parigi, avvenuto dopo la morte di Caterina di Zeyffart, è causato probabilmente da un duello, proibito dall’autorità del tempo, ma sostenuto ugualmente dal conte, il quale ad ogni modo non dimentica mai la patria, donando all’Italia in occasione della grande guerra addirittura un treno ospedale.

Sportivo da sempre, Eugenio Brunetta d’Usseaux pratica il canottaggio e l’equitazione.

Nel 1889 incontra nella Ville Lumiere, il barone Pierre de Coubertin col quale stringe amicizia condividendo con lui il sogno di rifondare le antiche Olimpiadi in chiave moderna.

Nel 1897 Eugenio Brunetta d’Usseaux è accolto nel CIO (Comitato Olimpico Internazionale) del quale nel 1908 diventa segretario generale, carica che manterrà sino alla morte.

Durante il suo mandato, il Brunetta si adopera affinché siano assegnate a Roma le Olimpiadi del 1908, le quali purtroppo si svolgono invece a Londra, perché rifiutate dalla città eterna su pressione del Vaticano.

Nella capitale inglese, con la sua automobile, Eugenio Brunetta d’Usseaux porta il famoso Dorando Pietri a visionare il percorso della maratona.

In ultimo presiede a Stoccolma la cerimonia di chiusura della Olimpiadi del 1912.

Eugenio Brunetta d’Usseaux ha il merito di essere stato sinora l’unico italiano a ricoprire l’importante carica di segretario generale del CIO.

Nel 1996 il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano), per ricordare la memoria a lungo negletta del Brunetta, ha sponsorizzato la redazione e la stampa di un libro sulla sua figura e la sua opera.

Eugenio Brunetta d’Usseaux muore, non si sa se a Parigi od a Nizza, in circostanze imprecisate l’8 gennaio 1919.

Il corpo doveva essere tumulato a Pinerolo, il feretro però non giunse mai al cimitero di questa città, aumentando l’alone di mistero gravante sulla sua scomparsa.

Molto probabilmente Eugenio Brunetta d’Usseaux rimane ucciso nel tentativo di organizzare un impossibile viaggio in Russia, allo scopo di costatare cosa sia rimasto della sua famiglia dopo la rivoluzione d’Ottobre.

I tre figli si stabiliscono in Francia, la figlia Nadedja va in sposa al conte De Mois de Sons e vive a Parigi sino alla morte.

Pur nei chiaroscuri di una vita vissuta molto intensamente, Eugenio Brunetta d’Usseaux merita certamente un ricordo da parte di Torino e del Piemonte, se non altro per essere stato l’unico rappresentante dell’Italia in un consesso generalmente non molto tenero nei nostri confronti.

Degno figlio della sua epoca, il conte Brunetta fu certamente una personalità notevole, permeata di nobiltà e d’alti ideali, i quali sicuramente non gli impedirono di svolgere attività più prosaiche e mondane, ma la sua opera ebbe l’enorme merito, pur tra incomprensioni e scetticismo generali, di far assurgere lo sport alle vette attuali.

 

 

 

 

  Il castello di Mazzè in una foto d'epoca

 

  Mazzè in una foto d'epoca d'inizio novecento