Il "Cappellano del Gran Paradiso" Don Pietro Solero

Casale di Mazzè: monumento a Don Pietro Solero: opera di Fiorenzo Seimandi Casale di Mazzè: Piazza Minetto: Monumento Al Maggiore Alpino Don Solero, Cappellano del "Gran Paradiso"

 

   BIOGRAFIA DI DON PIETRO SOLERO

 

 

 

 

Don Pietro Solero

(Tonengo di Mazzè 30-11-1911,  Ospedale Militare di Torino 19-11-1973)

dopo gli studi

ed un periodo quale vice curato in alcune parrocchie canavesane,

tra le quali

Castellamonte,

approdò infine alla sede a lui più  congeniale

e che gli diede notorietà in  campo alpinistico:

Rosone Piantonetto in Val Orco.

Da quella base

percorse in lungo ed in largo,

per anni,

il versante meridionale del

Gran Paradiso,

divenendone un esperto conoscitore.

 

Apri numerose nuove vie collaborando, con

Andreis, Chabod e Santi,

alla prima edizione della

“Guida al Gran Paradiso”.

 

Si affermò sia come scrittore di cose alpine

sia nelle fotografia di montagna,

nonostante i non eccellenti mezzi a sua disposizione,

guadagnandosi l’appellativo di

“Cappellano del Gran Paradiso”.

 

Crescendo in notorietà,

avviò e mantenne sempre cordiali rapporti

con scrittori, artisti e personalità del mondo alpinistico piemontese, valdostano, savoiardo e svizzero.

La guerra del 1940,

strappandola alla tranquilla

Val d’Orco,

 

gli permise di sviluppare la sua vera personalità:

quella di

Cappellano delle Truppe Alpine

(Battaglione Edolo, Battaglione sciatori Val Toce e Battaglione Val d’Orco).

 

Partecipò alla campagna d’Albania,

e con le truppe d’occupazione,

in Grecia ed in Francia.

In Savoia ed in Delfinato,

dove soggiornò a lungo,  

per merito della sua trascinante personalità

mantenne ed approfondì,

nonostante il fiero atteggiamento dei francesi nei confronti degli italiani occupanti,

numerose cordiali e durature amicizie con gente di montagna e scrittori

(Guiton, Frison-Roche, Saint Loup, Samivel, Germain, Boell, ecc.)  

nonché con l’editore Arthaud di Grenoble,

( località nella quale provò il campo d’internamento),

al quale fornì le sue incomparabili fotografie in bianco e nero

quale illustrazione di numerosi volumi di montagna.

Terminato il secondo conflitto mondiale 

e ripresentatosi al distretto di Ivrea,

riprese la vita militare nell’omonimo battaglione

dal quale fu trasferito al ricostituito

4° Rgt. Alpini,

per svolgere il suo ministero sia presso la caserma

“Monte Grappa”

di Torino

sia presso l’ospedale militare.

 

Oltre a partecipare alle attività militari

e visitare i distaccamenti ,

aiutava quanti poteva,

raccoglieva libri di montagna esponendo ogni tanto le sue fotografie,

raccogliendo sempre unanimi consensi,

senza tralasciare i rapporti con le persone conosciute.

Avanzò nella carriera fino al grado di maggiore

e col tempo raffinò la sua sensibilità artistica,

sino a crearsi una rara competenza nel campo delle stampe e delle incisioni antiche

ed in quello della pittura.

 

Quasi tutta l’attività dei suoi ultimi anni

fu infatti dedicata a questo piccolo mondo artistico

che fortemente lo aveva attratto alla ricerca del bello.

 

Ma non per questo  scordò le montagne

o smarrì le salde amicizie di lassù,

che furono sempre sino alla fine,

alla cima dei suoi pensieri,

morì,

compianto da tutti quelli che l’avevano conosciuto,

presso l’Ospedale Militare di Torino

il 19 novembre 1973.

 

Biografia ricavata dai

notiziari del CAI di Rivarolo n. 129/130 anno 1974

e da un articolo comparso su

Ciao Pais n 2 ( marzo - aprile 2004).  

 

Maggiore Alpino Don Solero 

ricordato sulle sue montagne

 

Cappellano del "Gran Paradiso"

sua pubblicazione

 

Gran Paradiso cartina

 

Gran Paradiso

                        

 

 

 

 

 

"LA STORIA DI TONENGO"

di

 DON PIETRO SOLERO

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