Breve descrizione
dei punti di maggiore interesse presenti lungo l'itinerario
"L'oro del
Ghiacciaio"
Mappa delle Aurifodine di Casale di Mazzè
PREMESSA
L'accesso all'area su cui insistono le
aurifodine di Casale di Mazzè è libero e non è soggetto
ad alcun requisito particolare. E' però doveroso segnalare che, il territorio
è in alcuni tratti accidentato, a tal fine è stato creato un servizio
di guide che, previo appuntamento, provvederanno ad accompagnare i visitatori.
Se si desidera attivare il servizio si prega di contattare il sito www.mattiaca.it
all'indirizzo email
info@mattiaca.it
Il percorso da seguire nella visita è
chiaramente segnalato nelle mappe planimetriche ed altimetriche (le traccie
GPS sono consultabili all'indirizzo web http://www.mattiaca.it/aurifimcart/traccegps.htm
), è consigliabile non allontanarsi dal tracciato proposto.
La visita completa alle
aurifodine richiede una camminata della lunghezza di 4,2
chilometri.
La cartina riportata qui sotto segnala
il grado difficoltà nei vari tratti del percorso.
Lungo il tracciato dell'itinerario, in corrispondenza
di cartelloni esplicativi o punti di particolari interesse sono presenti dei
CODICI QR (quadratini con al loro interno scacchi bianco neri). Per utilizzare
questi codici è necessario scaricare dal cellulare una APP (digitare
ad esempio download codici qr) per scannerizzare il quadratino, inquadrare quindi
il quadratino con il cellulare attendere pochi secondi che il cellulare scannerizzi
il soggetto dopodichè sul cellulare apparira' la pagina web corrispondente
al codice qr opportunamente decodificata e visualizzabile.
Si consiglia di calzare scarpe per escursioni
in terreni accidentati e portare con se una bottiglietta d'acqua.
Le associazioni Mattiaca, F. Mondino,
la Pro Loco e il Comune di Mazzè,
non si assumono alcuna responsabilità
per eventuali incidenti o smarrimenti verificatesi nel corso delle escursioni.
Il punto di inizio e termine del tracciato
è fissato nell'area dell'ex campo sportivo di Mazzè,
ad un centinaio di metri dalla statale
S.S. 595 che conduce a Villareggia.
Difficoltà percorso
C Comodo,
accessibile a tutti.
D Lievi
difficoltà, ma accessibile a tutti
DD Discrete
difficoltà, approccio sportivo
DDD Consigliabile
solo a chi pratichi il trekking
(1) - C - Uscendo dal parcheggio
auto, punto di ritrovo, punto informativo, svoltare a destra proseguendo verso
la Strada dei Boschetti, svoltare ancora a destra, quando si giunge alla intersezione
con la strada che conduce alla cava Campagnetti. (punti 1-2 sulla cartina)
(2) – C - PALEOALVEO
DORA BALTEA - Bellissima vista dell'alveo abbandonato dalla Dora Baltea
preistorica (circa 20.000 anni fa), fenomeno
causato dalla graduale erosione della morena frontale dell'Anfiteatro Morenico
di Ivrea. A questo si deve la creazione del
placer aurifero, formato da materiali tratti dalle vene
aurifere del Monte Rosa e trasportati a valle dal ghiacciaio Balteo. (punto
2 sulla cartina)
(3) – DD – AREA DELLA MINIERA
DI PROPRIETA' PRIVATA– Notevole esempio degli sconvolgimenti avvenuti per la
messa in luce del placer aurifero. E' sorprendente come, dopo 2.000 anni, gli
scavi siano restati intatti, pare quasi che il lavoro sia stato sospeso da poco
e debba ricominciare da un momento all'altro.
DDD – INSEDIAMENTI AVVENUTI IN
VARIE EPOCHE - Il ritrovamento di selciati, di monete,
di punte di freccia e altro prova che questo
sito è stato abitato, o perlomeno presidiato, dall'epoca in cui la miniera
era in funzione sino al XIX secolo. E' molto probabile che durante la II Guerra
d'Indipendenza i piemontesi abbiano installato qui una batteria di cannoni per
vigilare sui guadi della Dora. (punto 3 sulla cartina)
DD - VALLECOLA
H E COLLETTORI SECONDARI - Visibilissimo esempio di uno dei principali collettori
di scarico delle fanghiglie prodotte dai lavori di ricerca dell'oro che
avvenivano a monte. Di interesse i ciottoli gettati lungo le sponde per facilitare
lo scorrimento dell'acqua verso le trappole per l'oro collocate sul fondo del
canale. Da notare il pozzo atmosferico
al centro della vallecola, probabilmente costruito da pastori dopo la fine dei
lavori di estrazione. (punto 3 sulla cartina)
(5-6) D - PUNTO
DI ATTRACCO SULLA DORA BALTEA - Al termine della strada antica verso il
fiume è visibile una piccola area che permetteva l'attracco dei natanti
che transitavano sulla Dora Baltea. Notevole la curva
stradale che raccordava questa struttura al livello superiore. (punto 6
sulla cartina)
(9-10 ) C – FRONTE
GIACIMENTO – D - CONOIDE
DI DEIEZIONE B –PIEDE CONOIDE - E' osservabile
a sinistra della strada il fronte del giacimento
aurifero, ed è anche possibile valutare quale fosse il dislivello
con la sottostante pianura alluvionale della Dora Baltea. Prima di giungere
alla chiesetta di San Lorenzo, sulla destra si può notare la parte terminale
del conoide. Il cosiddetto “piede del conoide”.
A poche decine di metri dalla chiesetta di S.Lorenzo, in direzione ovest, sono
visibili, oltre alla fase terminale del conoide
B, anche i resti del canale in sommità con i sedimenti accumulati
a lato durante i lavori per la ricerca dell'oro. Notevole il dislivello
tra terreno alluvionale e la sommità del rilievo antropico. (punto
9-10 sulla cartina)
(11) C- CHIESETTA
DEI SANTI LORENZO E GIOBBE - Chiesetta dei santi Lorenzo e Giobbe – La chiesa
preromanica è posta sul conoide di
deiezione C e risale al X secolo, è sorta sulle rovine di un sepolcreto
romano dedicato alla famiglia gallo-romana dei Macion. Sino al 1348 san Lorenzo
e Giobbe fu sede della parrocchia dell'antico centro romano-salasso di Mattiacos,
in quell'anno, per mancanza di fedeli, fu abolita ed unita alla chiesa gentilizia
del borgo fortificato sulla collina. Probabilmente gli abitanti di Mattiacos
si trasferirono alla sommità del colle di san Michele a causa delle distruzioni
provocate dalla guerra, avvenuta pochi anni prima tra il conte Bertolino Valperga,
signore di Mazzè, e il principe Giacomo di Acaja. Nell'anno 1995 è
stata ritrovata dalla associazione F. Mondino, infissa nel pavimento della chiesetta,
una lapide funeraria marmorea risalente al II secolo
d.C., dedicata alla famiglia gallo romana dei Macion, ora sistemata nella chiesa
parrocchiale del capoluogo. (punto 11 sulla cartina)
Lunghezza del percorso Km. 4,27
Immagini
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